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Genetica | Genetica prenatale

Cariotipo Molecolare /array-CGH

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Cariotipo Molecolare /array-CGH

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Cariotipo Molecolare /array-CGH

L’ibridazione genomica comparativa su microarray (Array – Comparative Genomic Hybridization o Array-CGH) è una tecnica sviluppata per identificare anomalie cromosomiche di tipo numerico (aneuploidie) a carico dei 22 autosomi (cromosomi dal nr. 1 al nr. 22) e dei cromosomi sessuali (X e Y), o anche variazioni (Variazioni del numero di copie – CNV) del contenuto di piccole porzioni cromosomiche, come duplicazioni/amplificazioni (presenza di copie in eccesso di segmenti di DNA), o delezioni (perdite di porzioni di genoma).

Il principio su cui si basa l’Array CGH è una comparazione quantitativa del DNA in esame (estratto dalle cellule fetali, in caso di diagnosi prenatale, o dal prelievo ematico del paziente, a seconda del tipo di diagnosi, pre o post-natale) e del DNA genomico di riferimento proveniente da un soggetto sano (ovvero un DNA di riferimento).

Durante l’analisi questi DNA sono marcati con molecole fluorescenti (generalmente un fluorocromo rosso per il DNA test e un fluorocromo verde per il DNA di riferimento). Questi DNA vengono uniti in parti uguali e fatti incubare (Ibridazione) su un microarray costituito da un supporto di vetro la cui superficie è coperta da frammenti di DNA noti come sonde. Ognuna di queste sonde rappresenta una specifica regione del genoma umano, fino a ricomprendere l’intero assetto cromosomico umano. Tanto più è elevato il numero di cloni maggiore è l’efficacia dell’array nell’identificazione delle variazioni del numero di copie corrispondenti a piccole porzioni di ciascun cromosoma.

test DNA
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L’analisi Array-CGH identifica alterazioni genomiche causative di patologie come ad esempio disabilità intellettiva, autismo, epilessia e malformazioni congenite. Si tratta di una tecnica in grado di analizzare contemporaneamente tutti i cromosomi in modo più approfondito rispetto al cariotipo standard.

L’analisi citogenetica convenzionale, infatti, è limitata nelle sue possibilità diagnostiche dal suo potere di risoluzione: tale tecnica non è generalmente in grado di evidenziare alterazioni cromosomiche di dimensioni inferiori a circa 10 Mb. Alterazioni del DNA di dimensioni inferiori a quelle evidenziabili con il cariotipo convenzionale possono essere però la causa di diverse patologie genetiche.

L’introduzione della tecnica Array-CGH, nota anche come cariotipo molecolare, permette di individuare tali anomalie incrementando notevolmente la probabilità di diagnosticare correttamente le patologie genetiche.

L’Array-CGH si esegue a margine di una diagnosi invasiva quale villocentesi o amniocentesi estraendo il DNA fetale dal tessuto di partenza.

L’esecuzione del cariotipo molecolare in epoca postnatale, invece, trova applicazione in caso di:

  • sospetta sindrome cromosomica;
  • malformazioni congenite;
  • disordini neurologici;
  • autismo;
  • epilessia;
  • disordini cognitivi e dello sviluppo psicomotorio;
  • approfondimento diagnostico per la caratterizzazione di anomalie cromosomiche precedentemente identificate attraverso il cariotipo convenzionale;
  • fenotipi complessi;
  • familiari di soggetti con anomalie cromosomiche.

 

I rischi sono quelli riconducibili alla metodica invasiva.

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